Cosa: Affinato in barrique
Perché: Perché nasce da un grande vitigno del sud
Perfetto con: Piatti di carne saporiti, arrosto o sughi robusti
Cosa: Affinato in barrique
Perché: Perché nasce da un grande vitigno del sud
Perfetto con: Piatti di carne saporiti, arrosto o sughi robusti
Italia
Trentangeli non è solo un’etichetta, ma un omaggio diretto alla tradizione rurale pugliese: l'omonima zona della tenuta Bocca di Lupo, infatti, era un tempo una sosta ristoratrice lungo i percorsi della transumanza e si narra che i sentieri dei pastori fossero protetti da ben trenta angeli. Ecco l'idea dietro questo vino: un abbraccio caloroso, ma anche una guida sicura attraverso un territorio unico. Questo rosso DOC nasce sui suoli calcarei e carsici dell’Alta Murgia, un’area dominata dal fascino storico di Castel del Monte. Ci troviamo a Minervino Murge, a circa 250 metri di altitudine, dove la vicinanza del vecchio vulcano Vulture e l’importante escursione termica tra giorno e notte disegnano un ambiente perfetto per una viticoltura di grande qualità. Aglianico al 100%, dopo la vendemmia, spesso leggermente tardiva per esaltare il potenziale fenolico, le uve fermentano in acciaio. La chiave di volta è l'affinamento: il vino trascorre dieci mesi in barrique di rovere francese e ungherese, seguiti da circa otto mesi in bottiglia. Questo passaggio in legno è sapientemente calibrato: non deve coprire, ma smussare i tannini e aggiungere complessità, donando quella morbidezza elegante che è la cifra stilistica del Trentangeli. Nel calice si svela un bellissimo rosso rubino brillante con sfumature porpora che invitano all'assaggio. Al naso risulta fresco e vivace: l’intensità della frutta rossa matura, come ciliegia e melograno, si sposa con note speziate più dolci e avvolgenti di liquirizia e pepe bianco, con una punta di cacao. E' un profumo complesso che racconta il Mediterraneo e la sua macchia. In bocca, invece, mostra la sua natura vibrante e sapida. Nonostante l’ottima struttura, il sorso è scorrevole e piacevolmente fresco. Il merito è di un tannino che, pur essendo ben presente, è vellutato e aggraziato, evitando ogni ruvidezza. Il finale è persistente, dominato da una chiusura sapida e minerale che pulisce il palato e invita al prossimo sorso. Il suo equilibrio tra morbidezza e freschezza lo rende estremamente versatile. Ottimo con primi piatti conditi con ragù di carne o con un coniglio o un pollo in casseruola.
Quando si parla di Puglia del vino, l'immaginario collettivo corre subito ai colori intensi del Salento, alle terre rosse e al calore avvolgente. Ma c'è una zona, nel cuore dell'Alta Murgia, dove il paesaggio cambia, si fa più austero, quasi lunare. È qui, tra le colline di Minervino Murge, che la famiglia Antinori, con la sua secolare esperienza, ha piantato le radici della Tenuta Bocca di Lupo. Perché proprio qui? La scelta di investire in questa terra, più di vent'anni fa, è nata da una combinazione di passione, coraggio e una ferma convinzione nell'enorme, e a tratti inespresso, potenziale qualitativo della regione. L'obiettivo è sempre stato chiaro: riscoprire e valorizzare i grandi vitigni autoctoni, offrendo un'interpretazione che sapesse unire il carattere della tradizione con l'eleganza e la profondità che solo una grande cantina può tirare fuori. La Tenuta si trova nel territorio della DOC Castel del Monte, un luogo magico, selvaggio, protetto dall'ombra del magnifico e misterioso castello di Federico II di Svevia. Il cuore di Bocca di Lupo è rappresentato da vitigni come l'Aglianico, che qui trova una delle sue massime espressioni in Puglia, dando vini austeri e con grande potenziale di invecchiamento.
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