Cosa: Il primo Chardonnay di Puglia
Perché: Per chi ama i bianchi intensi e complessi
Perfetto con: Piatti a base di pesce o di carni bianche non troppo elaborate
Cosa: Il primo Chardonnay di Puglia
Perché: Per chi ama i bianchi intensi e complessi
Perfetto con: Piatti a base di pesce o di carni bianche non troppo elaborate
Imbottigliato da Azienda Vinicola Rivera s.p.a - Andria (BT), Italia
Prodotto in Italia
Il suo nome insolito, Preludio N.1, fa riferimento a un fatto storico. Questo, infatti, è stato il primo Chardonnay prodotto in Puglia, e forse nell’intero Mezzogiorno d’Italia. E’, qualora ce ne fosse bisogno, la testimonianza chiara e unica che lo Chardonnay, da grande vitigno internazionale quale è, è in grado di adattarsi perfettamente anche al clima caldo del Mediterraneo. E di saper crescere e prosperare bene affondando le sue lunghe radici nei suoli calcarei della zona di Castel del Monte. Le uve, in questo caso sono raccolte nella seconda decade di agosto e vinificate a temperatura controllata. Per dare maggior carattere al vino, dopo la fase di fermentazione questo viene lasciato in contatto con i suoi lieviti per qualche mese. Perfetto equilibrio tra complessità e freschezza, questo Chardonnay è indicato per una grande varietà di abbinamenti. Ottimo con il pesce, specie se ben saporito, è il vino che possiamo tranquillamente proporre anche in abbinamento a carni bianche non troppo elaborate.
C’era un tempo in cui la Puglia era considerata il serbatoio dell’Italia in termini di vini mediocri. Per lo più rossi potenti e alcolici, spesso utilizzati per dare un aiuto ai delicati vini del nord Italia, più scarichi in termini di colore e alcol. C’era un tempo, appunto. Perché oggi la Puglia può vantare un importante livello qualitativo dei propri vini, capaci di competere ad armi pari sui principali mercati di tutto il mondo. Tra i protagonisti di questo “Rinascimento” pugliese c’è senza dubbio l’azienda Rivera. Fondata alla fine degli anni ’40, per molti esperti e appassionati è anzi il simbolo stesso di questa rinascita. Azienda famigliare, infatti, da sempre è impegnata nella valorizzazione del proprio territorio. Grazie a un fortunato “progetto qualità” che parte da un’attenta conduzione dei 75 ettari di vigna aziendali, secondo protocolli di agricoltura sostenibile. Vigneti moderni e allevati a spalliera, sono coltivati con le principali varietà autoctone della zona come il Bombino Bianco, il Bombino Nero, il Nero di Troia, il Fiano, l’Aglianico e il Moscato Reale. Ma anche internazionali, come lo Chardonnay e il Sauvignon.
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