Cosa: Sapido e complesso
Perché: Per scoprire un vino elegante, fresco e capace di invecchiare con grazia
Perfetto con: Piatti di pesce, fritti e le specialità della cucina marchigiana
Cosa: Sapido e complesso
Perché: Per scoprire un vino elegante, fresco e capace di invecchiare con grazia
Perfetto con: Piatti di pesce, fritti e le specialità della cucina marchigiana
Italia
Imbottigliato all'origine dalla Cantina Podere Mattioli- Via Farneto, 17/A, 60030 Serra de'Conti (AN)
Il nome Verdicchio non è un'invenzione moderna, ma risale a una storia antica. Pare infatti che derivi da "verde", proprio come il colore degli acini a completa maturazione, e già nel 1579 il vino che vi si otteneva era celebrato in un trattato del medico bolognese Andrea Bacci come un vero e proprio "oro" delle Marche. L'Ylice di Poderi Mattioli porta avanti questa nobile tradizione, ma con uno sguardo rivolto al futuro e a una viticoltura che rispetta la terra. Siamo nel cuore della denominazione Verdicchio dei Castelli di Jesi, tra le dolci colline della provincia di Ancona. Qui i vigneti godono di una posizione fortunata, con l'influenza rinfrescante del mare Adriatico a Est e la protezione delle montagne a Ovest. Questa perfetta armonia climatica, unita a terreni misti di sabbia e argilla, regala uve di alta qualità, con una ricchezza e un'acidità che sono la firma inconfondibile di questo vino. L'etichetta Ylice è l'espressione più autentica del Verdicchio in purezza. A far la differenza è il modo in cui viene trattato in vigna e in cantina. Le uve, infatti, provengono da una vigna storica, il Mogliette, piantata addirittura nel 1971, una vera e propria riserva che l'azienda custodisce con cura. La vinificazione, invece, avviene in acciaio a temperatura controllata per esaltare la freschezza e la pulizia del frutto. L'affinamento, infine, fa la magia: una parte del vino matura in acciaio, mentre una piccola percentuale passa in vasche di cemento. Questa scelta non è casuale: il cemento permette al vino di evolvere lentamente, preservando i profumi primari senza aggiungere note estranee e donando una texture cremosa e avvolgente. Nel bicchiere, colore giallo paglierino con sfumature dorate e al naso un'esplosione di profumi. Si parte con note di frutta a polpa bianca come mela e pesca, per poi lasciar spazio a sentori più complessi di fiori d'acacia e mandorla amara. Man mano che il vino si apre, emergono tocchi minerali che ricordano la pietra focaia. In bocca non delude certo le aspettative. Sapido, equilibrato e dalla spiccata freschezza, ha un corpo rotondo e una persistenza semplicemente infinita, con un ritorno di una piacevole mandorla amara. Compagno versatile in cucina, va servito accanto a un piatto di spaghetti alle vongole, oppure con una frittura di pesce.
Nel cuore delle Marche, tra le dolci colline che si affacciano sulla provincia di Ancona, c'è un posto speciale che sa di terra, di lavoro e di passione. Si chiama Poderi Mattioli, una realtà che, pur essendo nata nel 2010, affonda le sue radici molto più in profondità, in una storia di famiglia e di legame indissolubile con il territorio. Negli anni '60, infatti, fu Argilio Mattioli, seguendo le orme del padre Armando, a gettare le prime fondamenta di quella che oggi è un'azienda vinicola a tutti gli effetti. All'epoca, si trattava di una piccola realtà a conduzione familiare dedicata alla coltivazione di uva, grano e olive, ma la visione era già chiara: produrre eccellenza. Con il passaggio di testimone alla nuova generazione, guidata da Giordano e Giacomo Mattioli, quell'eredità è stata raccolta e trasformata. Il risultato è una cantina che produce vini di qualità, capaci di raccontare in ogni sorso la loro storia e la loro provenienza.
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