Suckl.
Cosa: Da Sangiovese, Sagrantino e Merlot
Perché: Per la piacevole piacevole nota finale di frutta rossa croccante
Perfetto con: Grigliata di carni miste, pappardelle al ragù di cinghiale o pecorino umbro
James Suckling
Cosa: Da Sangiovese, Sagrantino e Merlot
Perché: Per la piacevole piacevole nota finale di frutta rossa croccante
Perfetto con: Grigliata di carni miste, pappardelle al ragù di cinghiale o pecorino umbro
Italia
Imbottigliato all'origine dalla Cantina Colpetrone ia Ponte La Mandria, 8/1, 06035 Marcellano PG
Oggi ci troviamo a Gualdo?Cattaneo, uno dei cinque comuni che formano il cosiddetto “balcone dell’Umbria”, come viene chiamato il comprensorio di Montefalco per il panorama che abbraccia Assisi, Spoleto e Perugia. Qui Còlpetrone coltiva vigne dai 220?a?470 metri sul livello del mare, su suoli argilloso?calcarei, eredità di antichi fondali marini. Qui la benefica escursione termica tra giorno e notte aiuta a ottenere vini caratterizzati da profumi netti. Alla base di questo Montefalco Rosso ci sono Sangiovese, Sagrantino e Merlot, raccolti a piena maturazione a metà settembre. Le varietà fermentano insieme in vasche d’acciaio a temperatura controllata, con rimontaggi e délestage per estrarre colore e aromi. Dopo la svinatura il vino resta in acciaio, dove decanta naturalmente per poi affinare alcuni mesi in bottiglia prima della vendita. Un processo semplice e lineare, pensato per preservare la fragranza del frutto e la bevibilità quotidiana. Nel calice si presenta rubino fitto con riflessi porpora. Il profumo è netto: lampone maturo, ciliegia visciola e un tocco di pepe nero e vaniglia. In bocca è pieno ma scorrevole: la rotondità del Merlot ammorbidisce i tannini, mentre il Sagrantino aggiunge grinta sul finale, che si chiude con una piacevole nota di frutta rossa croccante. La sua versatilità è il vero punto di forza: si abbina a grigliate miste, pollo arrosto e maiale. Ottimo con le classiche pappardelle al ragù di cinghiale, le lasagne al forno e i formaggi umbri di media stagionatura.
Tenute del Cerro incarna un grande sogno enologico, iniziato nel 1978 con l’acquisizione della Fattoria del Cerro ad Acquaviva di Montepulciano e della Tenuta di Montecorona in Umbria, proseguito poi con l’ingresso di altre dimore storiche come La Poderina a Montalcino, Còlpetrone nel cuore del Montefalco, e Monterufoli su colline pisane. Oggi il gruppo possiede quasi 5.000?ettari, di cui circa 300 a vigneto. Frutto di investimenti continui in viticoltura di precisione e cantine tecnologiche, l’azienda abbraccia modelli di agricoltura 4.0 e sostenibilità, guidata dal un management di alto livello e avvalendosi della consulenza di enologi di pregio come Riccardo Cotarella. Il cuore pulsante dell’azienda è la Fattoria del Cerro, la più grande realtà privata all’interno della denominazione Vino Nobile di Montepulciano DOCG, con 93 ettari iscritti all’Albo. Dal 2002 il gruppo fa parte della multinazionale giapponese Saiwa – oggi Mitsubishi – attraverso la controllata italiana UnipolSai. Questo legame ha portato un impulso notevole in termini di innovazione e investimenti, senza snaturare l’anima agricola e territoriale delle tenute. Una curiosità: nel cuore della Fattoria del Cerro si trova un’antica chiusina etrusca, da cui prende nome una delle etichette più iconiche dell’azienda. Un simbolo di radici profonde e di un legame millenario con il territorio.
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