Maroni
Suckl.
Cosa: Maturato per 18?mesi di rovere
Perché: Per i 10 anni di potenziale evolutivo
Perfetto con: Pici al ragù, bistecca alla fiorentina, pecorino di Pienza
Luca Maroni
James Suckling
Cosa: Maturato per 18?mesi di rovere
Perché: Per i 10 anni di potenziale evolutivo
Perfetto con: Pici al ragù, bistecca alla fiorentina, pecorino di Pienza
Italia
Imbottigliato da Fattoria Del Cerro, Via Grazianella, 5, 53045 Acquaviva SI
I vigneti di Fattoria del Cerro circondano il borgo di Acquaviva, a 250?400 metri sul livello del mare, fra la Valdichiana e la Val d’Orcia. La collina, un tempo punteggiata di querce “cerro”, offre oggi un mosaico di esposizioni che permettono di vendemmiare "parcel?by?parcel" a metà settembre. Un vecchio detto locale ricorda “i sassi che nutrono”, perché le pietre calde di giorno rilasciano freschezza di notte, favorendo tannini fini e profumi nitidi. Il Vino Nobile di Montepulciano è stato tra i primi a ottenere la DOCG nel 1980. Il disciplinare impone almeno il 70% di Sangiovese, qui chiamato Prugnolo Gentile, e un affinamento minimo di due anni, di cui 12 mesi in legno. Silìneo rispetta e supera questi requisiti con 18 mesi in rovere prima dell’imbottigliamento. Nello specifico Silìneo nasce quasi esclusivamente da Prugnolo Gentile selezionato a mano. In cantina si parte con una fermentazione in vasche d’acciaio, con rimontaggi giornalieri e délestage per estrarre colore e struttura. Dopo la svinatura, il vino matura in botti e tonneaux di rovere, per poi completare il suo affinamento in bottiglia prima della messa in commercio. Colore rubino vivo di buona concentrazione, al naso dominano ciliegia nera, amarena e viola mammola, con tocchi di vaniglia e spezie dolci. Il sorso è pieno ed equilibrato, con un tannino evidente ma levigato, freschezza viva e finale lungo con accenni di liquirizia e cacao. Grazie all’acidità naturale del Prugnolo Gentile e all’affinamento in rovere, Silìneo può evolvere serenamente anche per 8?10 anni, acquisendo note di tabacco, cuoio e sottobosco senza perdere slancio. Abbinamento ideale con pici al ragù di Chianina, arrosti di carni rosse, bistecca alla fiorentina o cinghiale in umido. Ottimo anche con pecorino di Pienza di media stagionatura.
Tenute del Cerro incarna un grande sogno enologico, iniziato nel 1978 con l’acquisizione della Fattoria del Cerro ad Acquaviva di Montepulciano e della Tenuta di Montecorona in Umbria, proseguito poi con l’ingresso di altre dimore storiche come La Poderina a Montalcino, Còlpetrone nel cuore del Montefalco, e Monterufoli su colline pisane. Oggi il gruppo possiede quasi 5.000 ettari, di cui circa 300 a vigneto. Frutto di investimenti continui in viticoltura di precisione e cantine tecnologiche, l’azienda abbraccia modelli di agricoltura 4.0 e sostenibilità, guidata dal un management di alto livello e avvalendosi della consulenza di enologi di pregio come Riccardo Cotarella. Il cuore pulsante dell’azienda è la Fattoria del Cerro, la più grande realtà privata all’interno della denominazione Vino Nobile di Montepulciano DOCG, con 93 ettari iscritti all’Albo. Dal 2002 il gruppo fa parte della multinazionale giapponese Saiwa – oggi Mitsubishi – attraverso la controllata italiana UnipolSai. Questo legame ha portato un impulso notevole in termini di innovazione e investimenti, senza snaturare l’anima agricola e territoriale delle tenute. Una curiosità: nel cuore della Fattoria del Cerro si trova un’antica chiusina etrusca, da cui prende nome una delle etichette più iconiche dell’azienda. Un simbolo di radici profonde e di un legame millenario con il territorio.
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