Questo vino non è solo buono ma ha anche una storia interessante da raccontare. Nasce, infatti, da Pinot Noir in purezza, coltivato in un vigneto sperimentale dove, grazie al contributo della Fondazione Bussolera-Branca, si cerca di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente. I trattamenti nel vigneto, dunque, sono ridotti al minimo, e comunque senza l’uso di prodotti di sintesi. Vengono, al contrario, impiegati gli “attinomiceti”, funghi naturali che proteggono le giovani radici dalle patologie, favorendone una crescita sana ed ecologica. Il risultato? Un affascinante metodo classico con 24 mesi di affinamento in bottiglia, caratterizzato da un bel colore paglierino scarico, impreziosito dal persistente perlage. Al naso, note floreali di gelsomino e biancospino, unite alla freschezza fruttata della mela renetta e della pera. In bocca, bolle fini e vellutate allungano il gusto su toni di pera e nocciola fresca, con un finale piacevolmente agrumato.
L’azienda Le Fracce nasce a Mairano di Casteggio nel 1905. All’epoca i vigneti erano disposti solo su una dolce collina denominata in dialetto pavese “Cirgà”. L’obiettivo del fondatore, condiviso anche dalle moderne generazioni, era (ed è) quello di dar vita a vini di qualità, promuovendo una viticoltura rispettosa dell’ambiente, capace di preservare la sanità dei terreni, da lasciare come patrimonio per le generazioni future. Inoltre sviluppare e conservare la biodiversità, privilegiando le risorse naturali, ma soprattutto valorizzare i vitigni del territorio, favorendo la sperimentazione per migliorare la produzione di qualità e dar vita così a nuove creazioni. Insomma, non certo un obiettivo alla portata di chiunque. Eppure, in oltre un secolo di storia, le Fracce hanno contribuito non poco alla valorizzazione del proprio habitat, dando vita a vini di qualità e di carattere, nel cuore dell’ Oltrepò Pavese.
Trentino Alto Adige 
