Il Piemonte è una delle regioni italiane più celebri per i vini rossi, ma nasconde anche autentiche gemme tra i bianchi. Una di queste è l’Erbaluce di Caluso DOCG, vino elegante e versatile che racchiude secoli di tradizione. Scopriamo insieme che cos’è l’Erbaluce, il perché del suo nome, dove viene prodotto e quali sono le sue caratteristiche principali.
Che vino è l’Erbaluce di Caluso?
L’Erbaluce è un vitigno a bacca bianca tipico del Piemonte settentrionale. Dà vita a vini dal profilo fresco, minerale e dotato di una spiccata acidità naturale, caratteristica che li rende longevi e capaci di esprimersi bene anche dopo alcuni anni di affinamento.
Questo vitigno piemontese ha conquistato il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita nel 2010, affermandosi come una delle eccellenze italiane. Dal vitigno nascono principalmente tre tipologie previste dal disciplinare della DOCG Erbaluce di Caluso:
- Bianco fermo, il più diffuso, con aromi floreali e fruttati, struttura elegante e buona persistenza;
- Spumante, ottenuto soprattutto con Metodo Classico, caratterizzato da bollicine fini e grande freschezza;
- Passito, il fiore all’occhiello della Denominazione, prodotto da uve appassite che regalano un vino dolce, intenso e complesso, capace di lunghissimo invecchiamento.
La versatilità del vitigno e la capacità di adattarsi a vinificazioni diverse rendono l’Erbaluce un vino unico nel panorama piemontese, capace di sorprendere anche i palati più esigenti.
Perché si chiama Erbaluce?
Il nome stesso del vitigno racconta qualcosa della sua natura. Secondo l’etimologia più diffusa, “Erbaluce” deriva dall’unione di “erba” e “luce”, in riferimento ai riflessi dorati che gli acini assumono quando sono baciati dal sole, tra il verde dei filari.
Accanto all’origine linguistica, la tradizione popolare ha tramandato una leggenda suggestiva. Si narra che una ninfa di nome Erbaluce discese dal Sole e illuminò le colline canavesane con la sua bellezza. Dalle sue lacrime, versate per amore del popolo, nacquero i grappoli di questo vitigno. Un racconto mitologico che contribuisce a rafforzare il fascino di un vino così intimamente legato al territorio.
Dove si produce il vino Erbaluce?
La produzione dell’Erbaluce è strettamente legata al Canavese, un’area collinare situata a nord di Torino, in Piemonte. È qui che si trova il comune di Caluso, epicentro della denominazione e luogo che ha dato il nome ufficiale al vino.
Il territorio si distingue per le origini moreniche: suoli ricchi di minerali, derivati dai depositi glaciali lasciati dalle antiche lingue provenienti dalla Valle d’Aosta. Questo tipo di terreno, insieme all’altitudine media delle vigne (300-400 metri) e all’influenza del clima alpino, contribuisce a dare ai vini freschezza, sapidità e un carattere distintivo.
La DOC Erbaluce di Caluso fu istituita già nel 1967, ma nel 2010 è arrivato il riconoscimento più alto con la DOCG. Oggi comprende oltre 30 comuni, distribuiti nelle province di Torino, Biella e Vercelli.
Erbaluce di Caluso: storia e caratteristiche
L’Erbaluce vanta una storia antica e documentata. La prima citazione risale al XVI secolo, quando il medico e naturalista Giovan Battista Croce, gioielliere di Casa Savoia, lo menzionò nella sua opera “Della eccellenza e diversità dei vini che nella Montagna di Torino si fanno”.
Per secoli, l’Erbaluce è rimasto un vino di nicchia, consumato principalmente nelle zone di produzione. Solo a partire dal Novecento, con la valorizzazione delle varietà autoctone e lo sviluppo della viticoltura piemontese, ha iniziato a farsi conoscere oltre i confini regionali.
Il passo decisivo è arrivato con la DOCG, che ha sancito ufficialmente la qualità del prodotto e la sua importanza storica.
L’Erbaluce si riconosce per una serie di tratti distintivi:
- Colore: giallo paglierino brillante, con riflessi verdolini nei vini giovani.
- Profumo: bouquet fine, con note floreali (fiori bianchi, acacia, camomilla) e fruttate (mela verde, pera, pesca), unite a sfumature minerali.
- Gusto: fresco, secco e sapido, con acidità marcata e finale persistente.
Ogni tipologia ha un profilo specifico:
- Il bianco fermo è elegante e diretto, adatto a diversi abbinamenti. Il “Primavite” Erbaluce di Caluso DOCG 2022 si contraddistingue per le note ricche note di salvia, erbe spontanee e fiori gialli. Con l’evoluzione nel tempo si evidenziano sempre di più le note minerali e accenni di idrocarburi. In bocca la freschezza e la sapidità sono avvolte da un’eleganza che porta nella loro intensità un finale dal gusto sottilmente ammandorlato.
- Lo spumante, come “Incanto” Erbaluce di Caluso DOCG Metodo Classico 2018, esprime vivacità e note di felce fresca, mele verdi e frutti bianchi maturi. La buona persistenza regala un finale delicatamente ammandorlato.
- Il passito, infine, è un vino di grande complessità, con sentori di miele, frutta secca e canditi, capace di invecchiare anche decenni. Ne è un esempio “Venanzia” Erbaluce di Caluso Passito Riserva DOCG 2015.
Abbinamenti gastronomici
Uno degli aspetti più interessanti dell’Erbaluce di Caluso è la sua adattabilità a tavola.
- Erbaluce fermo: perfetto con antipasti piemontesi come insalata russa o vitello tonnato, ottimo con piatti di pesce (trota salmonata, persico di lago, carpa), verdure di stagione e formaggi freschi come la toma giovane.
- Erbaluce spumante: ideale come aperitivo, accompagna bene finger food, sushi, carpacci di pesce e piatti leggeri della cucina contemporanea.
- Erbaluce passito: compagno ideale di pasticceria secca, biscotti di meliga, crostate di frutta, ma anche sorprendente con formaggi erborinati come il gorgonzola o il roquefort.
La freschezza e l’acidità rendono l’Erbaluce capace di pulire il palato e valorizzare piatti ricchi, mentre la versione passita offre un’esperienza di meditazione unica.
Che sia per un aperitivo, una cena di pesce o un momento di meditazione davanti a un calice di passito, l’Erbaluce di Caluso riesce sempre a sorprendere e conquistare. Scopri nel catalogo di Svinando un’eccellenza piemontese che merita un posto d’onore nella cantina di ogni appassionato di vino!