Tra i grandi vini rossi della Toscana, accanto a Brunello, Nobile e Chianti Classico, c’è un’etichetta che negli ultimi decenni ha conquistato sempre più appassionati: il Morellino di Scansano DOCG. Un vino che non solo rappresenta con orgoglio la Maremma grossetana, ma che si distingue per freschezza, intensità aromatica e versatilità negli abbinamenti.
Bevuto giovane regala fragranza e immediatezza, mentre nella sua versione Riserva offre complessità e struttura, adatta a un consumo più meditato. Il Morellino non è soltanto un vino: è il racconto di una terra, dei suoi venti marini, delle colline assolate e delle tradizioni contadine che si intrecciano da secoli con la coltivazione della vite.
Origini e storia
La storia del Morellino di Scansano è legata indissolubilmente alla Maremma, una zona che fino a poco più di un secolo fa era conosciuta come terra difficile.
La coltivazione della vite in quest’area ha origini antichissime, risalenti agli Etruschi e ai Romani. Nei secoli successivi, la viticoltura non ha mai smesso di essere praticata, anche grazie alla naturale vocazione delle colline maremmane. Nel 1978 il Morellino ottiene la Denominazione di Origine Controllata (DOC), ma è solo nel 2007 che viene riconosciuto come Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), massimo livello di tutela per i vini italiani.
Questo passaggio ha sancito definitivamente la qualità e la tipicità del Morellino di Scansano, portandolo tra i protagonisti della scena enologica toscana.
Dove si produce il Morellino di Scansano DOCG?
La risposta è chiara: l’area di produzione si trova nella Maremma grossetana, nel sud della Toscana, e in particolare nel territorio collinare attorno al comune di Scansano.
La zona si estende su una superficie piuttosto ampia, che va dalle colline interne fino a tratti più vicini al mare Tirreno. Il clima è tipicamente mediterraneo, caratterizzato da estati calde e secche, inverni miti e una costante ventilazione marina. I venti provenienti dalla costa contribuiscono a mantenere le uve sane, riducendo il rischio di malattie e garantendo una maturazione equilibrata.
Il suolo varia molto a seconda delle zone: si trovano terreni sabbiosi, ricchi di scheletro, argille rosse e anche rocce vulcaniche. Questa diversità geologica conferisce ai vini caratteristiche differenti, ma sempre riconducibili a un filo conduttore comune: l’eleganza del Sangiovese, che qui assume tratti particolarmente fruttati e speziati.
Morellino di Scansano DOCG: vitigno e disciplinare
Il cuore del Morellino di Scansano è il Sangiovese, il vitigno principe della Toscana. Secondo il disciplinare, deve costituire almeno l’85% del vino, mentre il restante 15% può essere completato con altri vitigni a bacca rossa autorizzati nella regione, come Canaiolo, Ciliegiolo, Merlot o Cabernet Sauvignon.
Il Morellino di Scansano “annata” non prevede obbligo di affinamento in legno e può essere commercializzato già a partire dal marzo successivo alla vendemmia. Questo lo rende un rosso vivace, fresco, pronto da bere.
La versione Riserva, invece, richiede un periodo di invecchiamento minimo di due anni, di cui almeno uno in legno. Il risultato è un vino più strutturato, complesso, con note speziate e grande capacità di evoluzione in bottiglia, come per esempio “Sicomoro” Morellino di Scansano Riserva DOCG.
Ma a questo punto è inevitabile chiedersi: perché si chiama Morellino di Scansano? L’origine del nome è oggetto di due interpretazioni. Alcuni ritengono che derivi dal termine “morello”, con cui in Maremma si indicavano i cavalli dal manto scuro diffusi un tempo nella zona. Altri invece lo collegano al colore delle ciliegie “morello”, dal rosso intenso e brillante, che ricordano la tonalità tipica di questo vino.
Caratteristiche organolettiche
Il Morellino di Scansano si presenta con un colore rosso rubino vivace, che nella versione Riserva tende al granato con l’invecchiamento. Al naso esprime profumi intensi di frutti rossi maturi – ciliegia, prugna, lampone – accompagnati da note floreali di viola e sfumature speziate di pepe nero, vaniglia o tabacco a seconda del tipo di vinificazione.
In bocca è generalmente armonico, morbido e vellutato, con tannini dolci e un’acidità equilibrata che gli conferiscono grande bevibilità. Il Morellino “base” è più fresco e immediato, mentre la Riserva rivela maggiore complessità, corpo e persistenza.
Cosa mangiare con il Morellino di Scansano?
Tradizionalmente, il vino è abbinato ai piatti della cucina toscana. Le pappardelle al ragù di cinghiale, il capriolo in umido, le zuppe rustiche con legumi e verdure, o i formaggi pecorini stagionati della zona trovano nel Morellino un compagno ideale.
Ma non solo. Grazie alla sua freschezza e ai tannini gentili, il Morellino di Scansano si adatta bene anche a preparazioni più semplici e moderne: dalla pizza gourmet con salumi toscani fino a un tagliere di affettati e crostini.
Con la Riserva, invece, si possono osare abbinamenti più ricchi come arrosti di carne rossa, agnello al forno o piatti internazionali a base di spezie.
Per servirlo al meglio, è consigliata una temperatura di circa 16-18°C. Il bicchiere ideale è un calice ampio, che favorisca l’ossigenazione e permetta al bouquet di esprimersi appieno.
Se cerchi un vino che unisca qualità e versatilità, il Morellino di Scansano è una scelta che non delude. Lasciati guidare dalla curiosità e, calice alla mano, parti per un viaggio sensoriale nella Maremma, terra generosa e autentica che ha fatto del Morellino il suo ambasciatore più elegante. Scopri il catalogo di Svinando!