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Vino novello: caratteristiche, produzione e quando berlo

Un vino che racconta lunghe tradizioni e lavoro in vigna

Vino novello: caratteristiche, produzione e quando berlo

Il vino novello, con il suo profumo fruttato e colore rosso rubino vivido, è una delle bevande più affascinanti e iconiche dell’autunno. Questo giovane vino, noto per la sua freschezza e vivacità, rappresenta una tradizione vitivinicola consolidata e celebra la vendemmia. Ma cos’è e come è nato il vino novello e perché attrae l’attenzione degli amanti del vino in tutto il mondo?

 

Storia e origini del vino novello

 

Per comprendere appieno la magia attorno al vino novello, è necessario intraprendere un viaggio nel passato per scoprirne le sue origini. Avvicinandosi al termine della vendemmia, i viticoltori per tradizione sono soliti consumare nei campi il mosto appena ottenuto per alleggerire il duro lavoro nei campi con una piacevole ebbrezza. Ed ecco come nasceva il vino novello, degustato anche durante le celebrazioni e le feste della vendemmia sin dall’antichità, come tributo alla generosità della natura.

Con il tempo, le tecniche di vinificazione si sono evolute: il vino novello viene infatti prodotto attraverso la “macerazione carbonica”, pratica inventata in Francia negli anni ’30 per la produzione del Beaujolais Nouveau e diffusasi in Italia negli anni ’70. Le prime normative che regolamentavano il vino novello nel Bel Paese risalgono al 1989 e sono state successivamente aggiornate ulteriormente.

 

Come si ottiene il vino novello e cosa lo rende unico?

 

Come anticipato, il vino novello italiano si ispira al vino francese Beaujolais nouveau. Ciò che distingue il Beaujolais e il vino novello dagli altri vini è la tecnica di vinificazione specifica usata per la loro produzione, ovvero la macerazione carbonica. Attraverso questo metodo di produzione si ottengono vini rossi unici e dal colore intenso, con aromi secondari maggiori rispetto ad altre tecniche di vinificazione, particolarmente fruttati e leggeri, con basso contenuto di tannini e grado alcolico.

Ma in cosa consiste la macerazione carbonica? Questa tecnica prevede la pressatura dei grappoli di uva interi e non diraspati in vasche di acciaio inox saturate di anidride carbonica, a una temperatura di 30º, inducendo in questo modo una fermentazione intracellulare. Questa fermentazione si prolunga per un periodo che va dai 7 ai 20 giorni, durante i quali si sviluppano i peculiari profumi e sapori di questi vini giovani, che non hanno le caratteristiche necessarie per essere sottoposti a invecchiamento.

 

Con quali vitigni viene prodotto il novello e quando è possibile berlo?

 

In Italia, la produzione di vino novello DOP e IGP è diffusa su tutto il livello nazionale, utilizzando ben 60 vitigni diversi, varietà maggiormente autoctone e locali, provenienti da diverse regioni: è pertanto possibile trovare un novello prodotto con uve Aglianico in Campania, con uve Sangiovese in Toscana, o con il Nero d’Avola in Sicilia.

Per questo motivo, oltre che per la breve durata del processo di produzione, le caratteristiche del novello non sono strettamente riconducibili a un particolare vitigno e ogni bottiglia di novello è unica e capace di sorprendere. Purtroppo, a causa del particolare metodo di produzione, il vino novello può essere commercializzato solo dal 30 ottobre al 31 dicembre dello stesso anno della vendemmia e quindi della produzione e per questa ragione, oltre che per i gusti dei consumatori orientati a vini più robusti, la produzione di vino novello è sempre più in calo, nonostante l’unicità di questo prodotto. Quando è possibile bere il novello? Il prima possibile! Questo vino è giovane e va consumato subito, non ha infatti le caratteristiche per essere conservato.

È inoltre curioso sapere che nonostante il vino novello italiano e il Beaujolais Nouveau siano accomunati dal metodo di produzione, vi sono anche alcune importanti differenze:

  • per la produzione di Beaujolais è previsto esclusivamente l'uso di uve Gamay,vinificate interamente tramite macerazione carbonica;
  • in Italia, oltre alla possibilità di usare 60 vitigni diversi, la macerazione carbonica è obbligatoria solo per il 40% delle uve, per la parte restante è possibile assemblare vini di annate diverse;
  • la vendita del Beaujolais nouveau in Francia inizia convenzionalmente il terzo giovedì di novembre.

 

Vino novello e cibo: gli abbinamenti gastronomici consigliati

 

vino novello abbinamenti gastronomici

 

Il novello, data la sua stagionalità, è solitamente consumato insieme alle castagne, cucinate in vario modo, ma per tradizione popolare l’accostamento vino novello e caldarroste è il matrimonio di successo che celebra la fine della vendemmia e l’arrivo dell’autunno e un piacere da provare. Ma non solo, il novello può essere abbinato anche a taglieri di salumi misti, piatti piccanti, carciofi e funghi freschi di stagione, oltre che con il pesce con il sugo e le carni semplici. Ogni regione ha un suo novello, un invito a sperimentare gli accostamenti con i piatti tipici della zona per delle esperienze enogastronomiche locali dal successo assicurato! 

 

 

Ora che conosci tutto sul vino novello, sperimenta in cucina e accompagna i tuoi piatti preferiti con dei vini rossi freschi e leggeri selezionati per te dagli esperti di Svinando!

 

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