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Vino Aglianico del Vulture Superiore DOCG

L'aglianico del Vulture, grande rosso lucano, ha origini molto remote e si ritiene che sia stato introdotto dai Greci nel sud Italia tra il VII e il VI secolo a.C.

Vi sono ritrovamenti archeologici che testimoniano l'antichità di questo vitigno, tra cui i resti di un torchio dell'età romana ritrovati nella zona di Rionero in Vulture e una moneta bronzea raffigurante l'agreste divinità di Dionisio, il cui culto fu poi ricondotto a quello di Bacco, coniata nella zona di Venosa nel IV secolo a.C. Gli antichi romani lo ribattezzarono vitis ellenica e sfruttarono l'aglianico per produrre il vino Falerno. Vi sono più teorie sull'origine del suo nome: c'è chi sostiene che sia ispirato all'antica città di Elea (Eleanico), sulla costa tirrenica della Lucania, e chi lo considera una semplice storpiatura della parola ellenico. Il nome originario fu cambiato nell'attuale aglianico durante la dominazione aragonese nel corso del XV secolo, a causa della doppia 'l' trasformata in 'gl'.

Soprannominato da molti il Barolo del Sud, esprime la sua varietà anche in altri vini sprovvisti di denominazione d’origine tra cui l'Aglianico Dolce, un vino da dessert, e l'Aglianico di Filiano che viene coltivato a Filiano, un piccolo paese a sud del Vulture. Precedentemente all'attuale disciplinare la DOCG era stata riconosciuta DOC in data 18/02/1971. Successivamente, il riconoscimento DOCG il 02/08/2010  ed ultima  modifica il 30/11/2011.

Caratteristiche organolettiche del vino Aglianico del Vulture Superiore DOCG

Di colore rosso rubino intenso tendente al granato. In bocca gradevolmente tannico, sapido, guadagna persistenza ed equilibrio con l’invecchiamento. La sua struttura affinata in legno ben si adatta ad essere abbinata a pollame nobile, selvaggina e carni speziate.

Zone di produzione del vino Aglianico del Vulture Superiore DOCG

Prodotto esclusivamente nei comuni di Rionero in Vulture, Barile, Rapolla, Ripacandida, Ginestra, Maschito, Forenza, Acerenza, Melfi, Atella, Venosa, Lavello, Palazzo San Gervasio, Banzi, Genzano di Lucania, in provincia di Potenza.

Vitigni consentiti

L'Aglianico del Vulture è ottenuto dalla vinificazione in purezza delle uve appartenenti al vitigno omonimo, che si trova nei vigneti ubicati ai piedi del Monte Vulture.

Norme di produzione

- Terreni: sono idonei solo i vigneti situati a un'altitudine tra i 200 e i 700 m s.l.m., con alcune eccezioni autorizzate intorno  agli 800 m s.l.m.
- La produzione massima di uva deve essere di 8 t / ha
- La resa delle uve in vino non deve essere superiore al 70%
- Gli allevamenti consentiti sono a spalliera e ad alberello
- Per i nuovi impianti e i reimpianti la densità deve essere di circa 3.500 ceppi / ha
- Il titolo alcolometrico volumico naturale minimo deve essere compreso tra 11,5% vol. e 14% vol. 
- È vietata ogni pratica di forzatura, compresa l'irrigazione di soccorso;
- Richiede un invecchiamento di almeno 3 anni a partire dal 1° novembre dell’anno di produzione delle uve, di cui minimo 12 mesi in botte e 12 in bottiglia. Inoltre vi sono due diciture differenti per indicare il grado di invecchiamento: Vecchio, per un minimo 3 anni, e Riserva 5 anni
- Tutte le operazioni di vinificazione, invecchiamento e imbottigliamento, debbono essere effettuate nella zona DOCG

 

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