Che sia per una cena casalinga in vista del weekend o per una domenica pomeriggio oziosa, la birra non deve mai mancare: ti tiene compagnia tra una partita e l’altra o rinfresca il palato mentre si commenta un film tra amici. Una volta il dilemma era già bello acceso con “Lager, IPA o rossa?”... ma oggi c’è un nuovo interrogativo a movimentare la scelta: “Birra filtrata o non filtrata?”. Se anche tu vuoi capirci qualcosa in più per non sbagliare al prossimo brindisi, sei nel posto giusto: ecco la guida che ti toglierà ogni dubbio!
Birre filtrate: processo produttivo e caratteristiche organolettiche
Immagina un torrido pomeriggio d’estate, una grigliata con gli amici durante la quale è difficile distinguere il calore del barbecue da quello del sole a picco. In occasioni come queste un sorso di birra fresca di frigo è invitante come un’oasi nel deserto. Questa sensazione di soavità organolettica si deve a un processo produttivo che porta sulla tavola un prodotto leggero e limpido, non troppo caratterizzato dal punto di vista aromatico, ma eccellente per combattere l’arsura. Si tratta delle birre filtrate. Queste birre nascono da un metodo che prevede una fase di depurazione del prodotto prima che esso venga confezionato.
All’inizio del processo, il cereale (solitamente orzo, ma anche grano, mais, segale, farro e avena) viene maltato, macinato e ammostato, ossia immerso in acqua calda e riscaldato per favorire la trasformazione dell’amido in zucchero. In seguito avviene la prima fase di filtraggio - comune tanto alle birre filtrate quanto a quelle non filtrate - che separa la parte solida da quella liquida del mosto, che viene poi cotto, luppolato e fermentato, ossia predisposto alla trasformazione degli zuccheri in alcol grazie all’aggiunta dei lieviti.
In seguito la birra viene fatta maturare e preparata per il confezionamento.
È a questo punto che il birrificio compie una scelta: filtrare o non filtrare?
Nel caso delle birre industriali, ossia quelle prodotte per la grande distribuzione, si preferisce un secondo filtraggio (talvolta effettuato “a freddo”, ossia a basse temperature, per una resa migliore), per eliminare la particelle di lievito e le proteine rimaste in sospensione dopo la fermentazione. Questo passaggio toglie torbidità alla birra e le conferisce il suo classico colore limpido e luminoso, nonché un gusto leggero, rinfrescante e beverino, in un certo qual modo standardizzato.
Quali sono le birre filtrate? 3 proposte da servire alle feste
Per un aperitivo senza impegno o una serata spensierata, le birre filtrate sono una scelta eccellente, leggere, rinfrescanti e facili da abbinare ai più comuni snack da aperitivo; eccone alcune da non perdere.
- Menabrea Bionda: chiara e leggera, la bionda Menabrea offre una degustazione equilibrata, grazie al gusto morbido e ai sentori rinfrescanti che regala sorso dopo sorso. Ideale quando si vuole spizzicare delle patatine o una pizza e abbinarle a una buona birra senza farsi troppe domande.
- Birra "Ambra": dalle bionde alle ambrate, la candidata perfetta è questo piccolo capolavoro prodotto da OptimaCraft, una Belgian Style Amber Ale che sfoggia un’identità grintosa tanto negli aromi quanto nel gusto. All’olfatto emergono chiaramente le note di frutta e cereali, mentre il palato - vivacizzato da una spuma sottile - può distinguere un retrogusto amarognolo che rende la degustazione ancora più particolare, soprattutto in compagnia di primi di pesce saporiti.
- Birra "Brigitte": un inno alla spensieratezza e alla libertà, in un sorso. Il retrogusto amarognolo tipico della IPA e il particolare sentore erbaceo e luppolato, non impediscono a questa birra di essere leggera e beverina, una compagna eccellente per le serate a base di chiacchiere e serie tv. Provala durante una classica pizzata casalinga o in occasione di una grigliata di carne.
Birre non filtrate: come vengono fatte e come sono rispetto alle filtrate?
Mentre nella produzione delle cosiddette birre industriali filtrare il prodotto prima dell’imbottigliamento è la chiave per ottenere limpidezza e leggerezza, i birrifici che adottano uno stile artigianale possono decidere di dare meno importanza a questo passaggio, favorendo così la nascita delle birre non filtrate. Malgrado facciano parte di un trend tipicamente moderno, rappresentano in realtà la forma più antica di birra, dato che la filtrazione è stata introdotta in Germania solo alla fine dell’Ottocento.
Il processo è quasi del tutto identico a quello delle birre filtrate, ma la seconda filtrazione viene saltata, per consegnare al mercato un prodotto dal colore più torbido, dovuto al mantenimento dei lieviti e delle particelle del mosto fermentato. Questi si riflettono in modo notevole sulle proprietà organolettiche: le birre non filtrate sono infatti più corpose e aromatiche, in genere caratterizzate da note particolari di crosta di pane.
Sebbene l’assenza di filtrazione spesso distingua tra loro birre artigianali e birre industriali, questo confine oggi è sempre meno netto, poiché anche i noti brand della grande distribuzione stanno portando sul mercato varianti non filtrate, andando incontro al gusto del consumatore.
Quali sono le birre non filtrate? 3 etichette da sorseggiare da soli o in compagnia
Le cose migliori richiedono tempo ed è così anche per le birre non filtrate, una categoria che non rinuncia alla freschezza, ma che aggiunge all’equazione aromi corposi e articolati da studiare lentamente, sorso dopo sorso. Il contesto perfetto? Una serata rilassante su una poltrona o una chiacchiera con gli amici più intimi, assieme a queste proposte.
- Birra Bad Brewer American Lager Non Filtrata: se vuoi assaggiare una non filtrata, puoi iniziare da qui, da questa American Lager leggera, ma con una marcia in più. L’assenza della seconda filtrazione dona espressività al prodotto, che stupisce per il delicato equilibrio tra il retrogusto amarognolo del luppolo e quello dolce del malto. La puoi sorseggiare da sola o accompagnarla a una frittura di pesce. Meglio ancora se con vista mare.
- Birra Artigianale Blanche: gli amanti delle sfumature dolci, delle birre corpose e dei profumi intensi non possono non provare questa Blanche non filtrata, ottenuta da rifermentazione naturale in bottiglia. L’aggiunta di scorze d’arancia e di limone nella ricetta conferisce al prodotto aromi rinfrescanti, che ricordano la frutta esotica e i fiori. Questa sua carica aromatica la rende una compagna eccellente per i finger food vegetariani, come chips di verdure, tempura e pinzimonio, ma regala enormi soddisfazioni anche agli amanti del pesce!
- Birra Orval: basta un sorso di questa eccellente birra trappista per capire il significato profondo di birra non filtrata. I lieviti residui hanno conservato gli aromi profondi di spezie e agrumi, mentre il gusto secco e intenso conquista il palato, soprattutto in abbinamento a piatti dal sapore non troppo invadente, come pesci sottoposti a una cottura al vapore.
Meglio la birra filtrata o non filtrata?
Descritte le caratteristiche della birra filtrata e della non filtrata, qual è la migliore da acquistare? La decisione dipende in realtà solo dal gusto personale.
Se hai voglia di una birra leggera e beverina, di una texture poco corposa e di un gusto non troppo espressivo, la variante filtrata è quella che fa al caso tuo, facile da abbinare e dalla capacità di conservazione più ampia. La filtrazione purifica la birra dal punto di vista prettamente estetico, senza alterarla con sostanze nocive, motivo per cui non fa più male rispetto alla birra non filtrata.
Se invece ami i prodotti dal taglio artigianale e dai sentori più decisi e corposi, è su quest’ultima che puoi puntare. I lieviti residui aggiungono profondità e spesso accentuano le note fruttate, speziate o amarognole del prodotto, a seconda dello stile di appartenenza. Anche in questo caso è importante sottolineare che questi prodotti non sono impuri o pericolosi, ma anzi donano benefici grazie al mantenimento di alcune sostanze nutritive, soprattutto proteine, enzimi e vitamine del gruppo B.
È tuttavia importante consumarle nei primi mesi dopo l’acquisto, poiché i prodotti non filtrati rischiano di alterare le proprie caratteristiche nel tempo.
Birra filtrata o non filtrata? Il segreto è assaggiarle entrambe, scoprendo le migliori etichette sul catalogo Svinando!