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5 cose che (forse) non sai sull'Amarone della Valpolicella

Tutto quello che devi sapere sul Re dei vini veneti

5 cose che (forse) non sai sull'Amarone della Valpolicella

L'Amarone è l'oggetto del desiderio di moltissimi appassionati intenditori di vino, ma come spesso accade è facile perdere alcune caratteristiche o dettagli di un vino sulla carta molto conosciuto. Ecco 5 curiosità sull'Amarone della Valpolicella che accenderanno la tua curiosità... e te ne faranno presto stappare una bottiglia!

 

Amarone: un vino passito

L’Amarone della Valpolicella è a tutti gli effetti un vino passito. Si tratta però di un passito secco, parente stretto del Recioto. Mentre però nel caso del Recioto, durante la fermentazione, la trasformazione degli zuccheri in alcol viene arrestata, ottenendo così un vino dolce, con l’Amarone viene portata a termine, originando un rosso secco strutturato, complesso ed elegante.


Pare che alla base del procedimento che ha reso famoso questo grande vino rosso veneto vi sia in realtà un errore. La leggenda vuole che nel 1936 il capocantina della Cantina Sociale Valpolicella, Adelino Lucchese, coniò il termine Amarone dopo aver assaggiato un campione da una botte di Recioto “dimenticata” in cantina.

 

Le uve che danno vita all’Amarone

L’Amarone è frutto di un blend di uve a bacca scura tipiche della Valpolicella. L’ultima modifica al disciplinare (2011) prevede l’uso di uva Corvina veronese dal 45 al 95% (eventualmente sostituita da Corvinone in misura massima del 50%), Rondinella dal 5 al 30% e una piccola percentuale di altri vitigni a bacca scura non aromatici idonei alla coltivazione nella zona. In origine il taglio era composto da corvina dal 40 al 70%, rondinella dal 20 al 40% e Molinara dal 5 al 25%.

 

La fase di appassimento delle uve

Per l’appassimento delle uve si utilizzano graticci chiamati arelle, tradizionalmente in bambù, oggi spesso in materiali diversi. L’appassimento deve durare almeno fino al gennaio successivo alla vendemmia, anche se qualche produttore sceglie di prolungare tale periodo. È importante che i grappoli non siano troppo compatti, per favorire il passaggio d’aria, e che siano posti nello stesso verso e senza sovrapporli.

 

Amarone… protagonista dei film

Tutti ricordano la celebre scena del film Il silenzio degli Innocenti”  in cui Anthony Hopkins/Hannibal Lecter racconta di aver mangiato il fegato di un povero disgraziato con un piatto di fave e un buon Chianti. In realtà nel romanzo di Thomas Harris, il dottor Lecter parla di Amarone. I produttori hollywoodiani hanno deciso di optare per un nome a loro avviso più conosciuto, per non rischiare che il pubblico non capisse che si stava parlando di vino italiano.

 

Ora che conosci tutte queste curiosità su un vino così particolare, non resta che assaggiarlo: scegli l’Amarone che preferisci tra quelli selezionati per te dagli esperti di Svinando!

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