Birre artigianali: classificazione e tipologie

    Come distinguerle a seconda della fermentazione o degli stili birrai

    Birre artigianali: classificazione e tipologie

    Se oltre ad essere un amante del vino, sei anche un estimatore di birra, sai bene quanto sia variegato e affascinante il mondo della bevanda luppolata più famosa al mondo. Ogni bicchiere racconta una storia, fatta di tradizione, ingredienti semplici e tecniche di produzione che si tramandano da secoli. Che tu sia un appassionato alla ricerca di nuove scoperte o un curioso alle prime armi, conoscere meglio la birra ti aiuterà ad apprezzarla ancora di più.

     

    Le origini e la diffusione della birra

     

    Quando si parla di birra, la mente corre subito alla Germania, patria indiscussa di questa bevanda, dove è considerata non solo una tradizione, ma quasi un patrimonio nazionale. Basti pensare all’Oktoberfest, il celebre festival dedicato alla birra, che ogni anno richiama milioni di visitatori da tutto il mondo. Ma la birra ha trovato terreno fertile anche altrove: in Belgio, Inghilterra, Irlanda, Stati Uniti, Spagna, Italia e perfino in paesi asiatici come la Cina e il Giappone, dove vengono prodotte varianti interessanti che fondono le tecniche europee con i gusti locali.

    Anche l’Italia, tradizionalmente legata al vino, ha visto una crescita esponenziale nel consumo e nella produzione di birra, soprattutto artigianale, negli ultimi vent'anni. Il movimento dei microbirrifici ha conquistato gli appassionati, proponendo versioni originali e di alta qualità che nulla hanno da invidiare alle più celebri etichette straniere.

     

    Che cosa contiene la birra?

     

    Prima di approfondire le classificazioni e gli stili, facciamo una doverosa premessa: conosci davvero gli ingredienti che compongono la birra?

    La birra è il risultato della fermentazione di quattro ingredienti fondamentali:

    • Malto d’orzo (o di altri cereali)
    • Luppolo
    • Acqua
    • Lievito

    Il malto apporta zuccheri fermentabili, il luppolo dona aroma e amaro, l’acqua è il veicolo principale della miscela e il lievito è responsabile della fermentazione, trasformando gli zuccheri in alcol e anidride carbonica. A questi, possono essere aggiunti spezie, frutta, miele o altri ingredienti che arricchiscono la ricetta, dando vita a profili aromatici molto diversi tra loro.

     

    Classificazione delle birre in base alla fermentazione

     

    Uno dei modi principali per classificare la birra è osservare il tipo di fermentazione utilizzata durante il processo produttivo. La fermentazione è influenzata dal tipo di lievito impiegato e dalla temperatura in cui avviene.

     

    Birre ad alta fermentazione (Ale)

     

    Le birre Ale sono tra le più antiche. Vengono fermentate a temperature più elevate (tra i 15 e i 25°C) grazie a lieviti del tipo Saccharomyces cerevisiae. Il risultato? Birre con un bouquet aromatico molto ricco, spesso fruttato o speziato.

    Tra le Ale troviamo:

    • Belghe, come le Trappiste, le Dubbel, le Tripel e le Saison.
    • Inglesi, come le IPA (India Pale Ale), le Bitter e le Mild.
    • Tedesche, come le Altbier o le Kölsch.

    Queste birre si contraddistinguono per una schiuma fine, una gradazione alcolica media e una maggiore complessità aromatica.

     

    Birre a bassa fermentazione (Lager)

     

    Le birre Lager vengono fermentate a temperature più basse (tra i 4 e i 12°C), con lieviti Saccharomyces pastorianus. Sono le birre più diffuse a livello industriale e presentano generalmente un gusto pulito, fresco e meno complesso rispetto alle Ale.

    Esempi famosi includono:

    • Pilsner: leggere, dorate e con un amaro bilanciato.
    • Helles: più maltate e rotonde.
    • Export/Dortmunder: più corpose e leggermente più alcoliche.

     

    Birre a fermentazione spontanea

     

    Questa tipologia utilizza i lieviti presenti naturalmente nell’aria, senza aggiunte artificiali. La più celebre tra queste è la Lambic, originaria del Belgio. Queste birre maturano in botti di legno e possono essere miscelate per ottenere le Gueuze o aromatizzate con frutta per ottenere le Kriek (con ciliegie) o Framboise (con lamponi).

     

    Cosa si intende per birre artigianali?

     

    Con il termine birra artigianale si fa riferimento a birre prodotte da birrifici indipendenti, spesso di piccole dimensioni, che si distinguono per metodi di produzione non industriali e l’assenza di processi di pastorizzazione o microfiltrazione. In Italia, secondo la definizione del Decreto Ministeriale del 2016, una birra per essere considerata artigianale deve:

    • essere prodotta da un birrificio indipendente;
    • avere una produzione annua non superiore a 200.000 ettolitri;
    • non essere sottoposta a processi di pastorizzazione o microfiltrazione.

    Il risultato è una birra “viva”, che conserva tutte le sue proprietà organolettiche e può evolversi nel tempo. Le birre artigianali puntano sulla qualità degli ingredienti, sulla sperimentazione e sul legame con il territorio. Ogni birra racconta il carattere del birraio che l’ha creata, e spesso utilizza materie prime locali come castagne, agrumi, erbe aromatiche o miele. Per questo motivo, il panorama delle birre artigianali è estremamente variegato e in continua evoluzione.

     

    Classificazione delle birre per stile

     

    Oltre alla fermentazione, un altro criterio fondamentale è lo stile birraio, che tiene conto del paese d’origine, degli ingredienti utilizzati e delle tecniche di produzione.

     

    Birre di frumento

     

    In questa categoria rientrano:

    • Blanche belghe: leggere, torbide, spesso speziate con coriandolo e scorza d’arancia.
    • Weizen tedesche: caratterizzate da aromi di banana e chiodi di garofano, dovuti al lievito utilizzato.

     

    Stout e Porter

     

    Originarie delle isole britanniche, sono birre scure, prodotte con malti tostati che conferiscono note di caffè, cioccolato e liquirizia.

    • Stout: possono essere Dry, Oatmeal o addirittura Oyster, con l’aggiunta di ostriche
    • Porter: più leggere e dolci rispetto alle Stout, con un aroma più morbido e tostato

     

    Altri stili degni di nota

     

    • IPA (India Pale Ale): famose per il loro alto contenuto di luppolo, che dona un amaro deciso e un’esplosione di profumi
    • Saison: tipiche del Belgio, spesso speziate e fruttate, perfette per l’estate
    • Barley Wine: ad alta gradazione alcolica, simili per struttura a un vino liquoroso
    • Sour Ale: acide e rinfrescanti, spesso prodotte con lieviti selvaggi

     

    Birra chiara, ambrata o scura?

     

    Un’altra distinzione spesso utilizzata riguarda il colore, che dipende dal tipo di malto utilizzato:

    • Chiare: leggere, dissetanti e dorate.
    • Ambrate: più corpose, con sentori di caramello.
    • Scure: intense, tostate, dal gusto pieno.

    Tuttavia, il colore non è sempre indicativo della gradazione alcolica o dell’intensità del sapore. Una birra chiara può essere molto forte, così come una scura può essere sorprendentemente delicata.

     

    Come scoprire la birra giusta per te

     

    Il modo migliore per conoscere la birra è… assaggiarla! Ogni stile ha qualcosa da raccontare e può abbinarsi a momenti diversi della giornata o a piatti specifici, come pizze e focacce o i secondi. Le birre leggere e fruttate sono ideali per l’aperitivo, mentre quelle scure e corpose si sposano perfettamente con carni, formaggi stagionati e dessert al cioccolato.

     

     

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