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Rum: origini, caratteristiche e cocktail

Molto più che uno spirit: un culto che sa di leggenda

Rum: origini, caratteristiche e cocktail

Grazie al contributo del cinema e della letteratura d’avventura, viene naturale associare il rum al mondo marinaresco. Grandi navi mercantili cariche di barili, pirati sghignazzanti che solcano i mari e tracannano rum… l’immaginario collettivo si è nutrito di questi scenari, ma la storia di questo distillato di canna da zucchero è molto più complessa di così e risale addirittura al 6.000 a.C., per poi godere di una rapida ascesa nel periodo coloniale.

Ecco la storia e le curiosità del rum, e i suoi cocktail più famosi.

 

Le origini del Rum, una bevanda millenaria

La diffusione del rum è strettamente legata al periodo coloniale, che vide in particolar modo inglesi, francesi e spagnoli contendersi l’egemonia commerciale nel mondo conosciuto. Malgrado il contributo degli europei nella produzione e nella diffusione di questo distillato, le prime manifestazioni del rum sono in realtà estremamente più antiche e si collocano in Oriente. Fin dal 6.000 a.C., infatti, in India e in Cina si utilizzava il succo di canna da zucchero per dare vita a una particolare bevanda, una sorta di antenata inconsapevole del rum. Solo molti secoli più tardi, in Malesia, dalla pianta si cominciò a trarre una variante alcolica, chiamata Brum.

Si deve invece al condottiero Alessandro Magno l’importazione della canna da zucchero in Asia Minore, nel VI secolo a.C., mentre Marco Polo, in viaggio in Persia, contribuì a diffondere la nomea di un delizioso vino tratto dalla canna da zucchero.

Ma il vero e proprio punto di svolta si ebbe solo nel XV secolo, a Londra, dove nacquero le prime distillerie ufficiali e venne prodotto un liquore utilizzando prima la canna da zucchero indiana e in seguito - dopo le esplorazioni di Colombo - quella americana.

Le distillerie si moltiplicarono, da quelle britanniche a quelle americane, fino a quelle francesi e australiane, in un processo di perfezionamento continuo che diede vita a rum sempre più apprezzati e consumati, destinati a divenire pregiata merce di scambio.

 

Il processo produttivo del rum e le caratteristiche

Tutto comincia dalla canna da zucchero, tagliata e sottoposta ancora fresca a pressatura. L’utilizzo dell’estratto puro dà vita a un distillato dalla qualità più alta, mentre se il succo viene impiegato per lo zucchero, il rum può essere prodotto - con esiti più industriali - a partire dalla melassa.

Il liquido viene poi fatto fermentare tramite il contatto con dei lieviti, in un processo che fa sì che le molecole di zucchero si trasformino in alcol. Questa fase ha una durata più o meno lunga a seconda del grado di intensità che si vuole conferire al prodotto.

Altrettanto importante è il processo di distillazione, che fa sì che il liquido venga scaldato e poi condensato più volte, fino a ottenere un prodotto alcolico. Durante questa fase vengono aggiunti specifici aromi a seconda del risultato che si desidera ottenere.

In seguito, il rum viene fatto invecchiare in botti di legno carbonizzate all’interno, che conferiscono al prodotto il proprio aroma distintivo. Raggiunto il periodo desiderato di invecchiamento, il rum viene miscelato in modo da ottenere un prodotto omogeneo.

Il risultato finale è un distillato di circa 40° dalle numerose varianti e dalle diverse proprietà organolettiche.

 

Tutti le tipologie di rum

Di rum non esiste solo uno, anzi sono diverse le varianti:

  • Rum bianco: trasparente, aromatico e più leggero rispetto agli altri tipi, buono da bere in purezza o per la preparazione di cocktail.
  • Rum scuro: dà il meglio se degustato in purezza, grazie agli aromi caramellati conferiti dall’aggiunta di melassa o caramello nella fase precedente all'imbottigliamento.
  • Rum Overproof: la varietà dalla gradazione alcolica più alta e per questo più adatta all’utilizzo nella mixology.
  • Rum Amber: dal colore ambrato e dalle note aromatiche intense, dovute al periodo di invecchiamento di circa due anni in botti precedentemente utilizzate per il bourbon. Ottimo da gustare anche in purezza.
  • Rum anejo: piuttosto delicato, con sentori zuccherini e un gusto morbido che si adatta sia ai cocktail che alla degustazione. Un esempio può essere il Pampero Rum Especial.
  • Rum speziato: gli è stato conferito un aroma particolare grazie all’aggiunta di aromi in fase di distillazione, tra cui vaniglia, cannella e diversi tipi di frutta, elementi che lo rendono un prodotto ideale anche per l’uso in mixology.
  • Rum Premium: un’eccellenza da gustare pura, che esprime al meglio le note legnose maturate durante l’invecchiamento.

 

5 cocktail imperdibili con il rum

mojito drink con il rum

 

La degustazione del rum non è impresa facile. Serve concentrazione, competenza e una buona dose di pazienza per cogliere i sentori più sottili di questo distillato, motivo per cui sono molti coloro che prediligono il consumo di rum all’interno di cocktail di vario tipo, come avviene per esempio per la vodka.

Uno dei più famosi drink con il rum è il Mojito. Di origine cubana e ormai diffusissimo nelle serate senza impegno con gli amici, questo cocktail ha una gradazione alcolica che varia a seconda del tipo di rum utilizzato. Si prepara al bicchiere con zucchero di canna, lime, acqua frizzante o soda, menta leggermente pressata (per evitare i sentori amari) e infine il rum bianco, il tutto semplicemente mescolato e non shakerato. Lime e menta sono ciò che conferiscono l’irresistibile gusto esotico a questo cocktail, che unisce la freschezza dei toni agrumati con la dolcezza dello zucchero.

Se si parla di gusti esotici non ci si può perdere la Piña Colada, il cocktail vellutato e tropicale per eccellenza. Le sue origini sono poco note, ma pare si tratti di un cocktail tendenzialmente recente, risalente a non prima del Novecento. Compagno perfetto per le serate estive e per le feste in spiaggia, la Piña Colada conquista grazie ai suoi profumi fruttati e una dolcezza innata. Il merito di questa va ai suoi ingredienti principali, latte di cocco, succo d’ananas e l’aggiunta di rum bianco, come un classico Pampero.

Altro famoso cocktail con il rum è il Cuba Libre, che vide la luce all’inizio del Novecento a L’Avana. La sua nascita è strettamente legata ai primi anni di diffusione della cola a Cuba, che prese piede e iniziò a essere consumata dai soldati assieme all’aggiunta di un po’ di rum. Secondo alcuni racconti il nome fu dato proprio da un combattente della guerra ispano-americana, che entrò in un bar e ordinò la bevanda, brindando poi alla libertà di Cuba dalla Spagna: Por Cuba Libre!

Con una gradazione alcolica che si aggira tra i 20° e i 30°, questo cocktail semplicissimo da preparare ha un gusto intenso e avvolgente, più morbido rispetto a un drink fruttato, ma reso più rinfrescante dall'aggiunta di succo di lime, che lo distingue dal rum & cola.

Pur essendo semplice da preparare e povero di ingredienti, anche il Daiquiri dà grandi soddisfazioni, grazie al gusto agrumato e rinfrescante del succo di lime e la dolcezza dello sciroppo di zucchero, in aggiunta al rum bianco. Anche in questo caso le sue origini sono incerte: potrebbe essere nato nel momento in cui un marine allungò un bicchiere di rum con del succo di lime in un bar di Daiquiri, oppure essere stato inventato da alcuni minatori, che misero insieme gli ingredienti per ottenere un drink dissetante.

E infine il Long Island, inventato forse nella prima metà del Novecento, nel quale il rum bianco è solo uno dei distillati utilizzati. A fargli compagnia ci sono anche vodka, gin, tequila e triple sec, con un goccio di cola, fino a ottenere un drink dal colore ambrato che ricorda un tè freddo: e da qui il nome completo Long Island Iced Tea.

 

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