Principali zone di produzione dei vini pugliesi
La Puglia presenta una superficie vitata estesissima, pari a quasi 110.000 ettari, la maggior parte dei quali in pianura esposta ai venti sapidi provenienti dal mare. Questo la rende la seconda regione italiana per ettari di viti, superata solo dalla ben più estesa Sicilia. Qua si producono 4 DOCG, 28 DOC e 6 IGT. I vini pugliesi hanno origini antichissime: la viticoltura era già diffusa in questa zona nel VIII secolo a.C. ai tempi della colonizzazione greca, e ci sono testimonianze di Plinio il Vecchio e Tibullo che dimostrano come il vino pugliese fosse conosciuto e apprezzato anche nell’Antica Roma. Dopo un lungo periodo buio cominciato con il declino dell’Impero Romano, la viticoltura pugliese è rinata nel XVII secolo, salvo poi venire pesantemente colpita dal flagello della fillossera che ha devastato i vitigni europei nel XIX secolo, in seguito al quale la produzione, faticosamente riavviata, si è attestata su criteri quantitativi, a scapito della qualità. Tuttavia negli ultimi anni questa regione ha conosciuto un cambiamento drastico della sua produzione enologica, passata in breve tempo dall’essere caratterizzata da rese altissime di vini soprattutto da taglio (grazie al loro carico di colori e profumi molto intensi, anche se non sempre eleganti) a rese molto più contenute di vini di elevata qualità. Anche l’alberello, la tradizionale forma di allevamento della vite nelle regioni calde del sud, è oggi quasi completamente sostituito dalla spalliera, più moderna e spesso anche più adatta a produrre frutti qualitativamente migliori.
- Foggia: in provincia di Foggia, nella parte settentrionale della regione, le viti più diffuse sono il sangiovese, il montepulciano, il bombino nero, il trebbiano toscano ed il bombino bianco. Non va dimenticato l’autoctono nero di Troia, col quale si producono vini potenti, caldi ed avvolgenti. Le DOC di questa zona sono la San Severo e la Cerignola
- Bari: il Nero di Troia trova forse la sua massima espressione in provincia di Bari, dove nella versione Riserva da origine alla DOCG Castel del Monte Nero di Troia Riserva, insieme alle nuove DOCG Castel del Monte Rosso Riserva e Bombino Nero. Anche l’aglianico sa esprimersi bene in queste zone, assieme ai più diffusi vitigni internazionali. Nelle DOC Gravina, Locorotondo e Martinafranca si producono poi bianchi di spessore, utilizzando verdeca, bianco d’Alessano e malvasia bianca lunga
- Salento: nella penisola salentina i vitigni più diffusi sono i locali negroamaro e primitivo, con i quali si ottengono vini poderosi, adatti spesso anche ad un invecchiamento medio-lungo grazie alla spiccata tannicità e potente struttura, sempre accompagnate da una ben ferma vena acida. Oltre a questi non va dimenticata la malvasia nera di Brindisi. Il Primitivo di Manduria, nella versione Dolce Naturale, ha ottenuto la quarta DOCG della regione. La Puglia è dunque una delle regioni italiane che attualmente sta conoscendo più di altre una forte rivoluzione vitivinicola, che in poco tempo l’ha portata ai vertici qualitativi della produzione enologica mondiale. I suoi rossi avvolgenti, i bianchi importanti, ma anche i sorprendenti rosati, stanno facendo il giro del mondo, conquistando sempre più i mercati europei e quelli d’oltreoceano
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